Ti Senti Incatenato? Scopri Perché Continui ad Attrarre le Stesse Dinamiche

2025-06-17 10:02

Bruno Vollaro

Ti Senti Incatenato? Scopri Perché Continui ad Attrarre le Stesse Dinamiche

Da vittima a carnefice

Ti è mai capitato di sentirti intrappolato in una situazione, lamentandoti amaramente ma senza riuscire a muovere un dito per cambiarla? O di trovarti ripetutamente in relazioni o contesti dove ti senti sminuito, controllato, quasi… vittima? Se la risposta è sì, questo post è per te. Perché oggi voglio smuovere qualcosa di profondo, qualcosa che spesso preferiamo ignorare: l'idea che “uno schiavo richiama un padrone e ogni vittima crea il suo carnefice.”

So che suona forte, quasi provocatorio. La prima reazione potrebbe essere di rifiuto, persino di indignazione. Come può una vittima essere responsabile del suo carnefice? Non è forse una contraddizione, un modo per deresponsabilizzare chi agisce la violenza e caricare il peso su chi la subisce? Ti chiedo solo di tenere la mente aperta per un momento, di sospendere il giudizio e di esplorare insieme una prospettiva diversa, potentissima, che ha il potenziale di rivoluzionare il tuo modo di vedere le difficoltà.

Non stiamo parlando di colpevolizzare. Non si tratta di dire che se subisci un'ingiustizia, è per tua scelta. Assolutamente no. Il punto è molto più sottile e risiede nel potere, spesso inconscio, delle nostre dinamiche interne, delle nostre convinzioni profonde, delle paure che ci ancorano e delle insicurezze che proiettiamo nel mondo.

Pensa a quanti di noi, senza accorgersene, si pongono in una posizione di sottomissione, cercando inconsciamente qualcuno che riempia un vuoto, che prenda decisioni al posto nostro, o che addirittura confermi la nostra idea (spesso limitante) di non essere abbastanza forti o capaci. È come se, a livello energetico, inviassimo un segnale: “Ho bisogno di qualcuno che mi dica cosa fare, che mi domini, che mi liberi dalla responsabilità di scegliere.” E, incredibilmente, l'universo sembra risponderci, presentandoci figure che sono pronte a ricoprire quel ruolo. Non perché siano "cattive" in senso assoluto (anche se a volte lo sono), ma perché trovano terreno fertile nel nostro bisogno – o nella nostra abitudine – di cedere il controllo.

E la vittima che crea il suo carnefice? Qui entriamo nel campo delle aspettative e dei copioni di vita. Se credi profondamente di essere destinato a soffrire, a essere tradito, a non essere mai felice, quante volte ti ritrovi a sabotare relazioni potenzialmente sane o a interpretare segnali innocui come minacce? Quante volte, per paura di essere ferito, metti l'altro nella condizione di allontanarsi, confermando la tua profezia autoavverante? In queste dinamiche, non è l'altro a essere il carnefice in senso stretto, ma è la tua stessa aspettativa, la tua visione distorta della realtà, a "creare" la situazione che temi. Il carnefice diventa l'ombra delle tue paure più radicate.

Riconoscere questo meccanismo non è facile, è un atto di coraggio immenso. Significa smettere di puntare il dito e iniziare a guardarsi dentro con onestà brutale. Significa comprendere che il vero potere di cambiamento non risiede nel pretendere che il mondo esterno cambi, ma nel modificare il proprio paesaggio interiore.

Se ti riconosci in queste parole, anche solo un po', la buona notizia è che hai già fatto il primo, fondamentale passo verso la libertà. Comprendere il meccanismo è l'unica via per disinnescarlo. È il momento di chiederti: quali sono le mie catene invisibili? Quali sono le mie paure che mi spingono a cedere il controllo o a creare scenari che confermano la mia visione limitata?

La libertà non è l'assenza di padroni esterni, ma la capacità di essere padroni di sé stessi. Non è l'assenza di situazioni difficili, ma la capacità di non farsi definire da esse. Sei pronto a recidere quel filo invisibile e a riscrivere il tuo copione?

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